Tanti, soprattutto a Natale, vengono a confessarsi: “Almeno a Natale dobbiamo essere buoni” dicono. Qualcun altro specifica: “Non ho niente da dire, ma siccome ho visto che era libero, allora mi confesso...”. 

Invece questa è l'occasione per verificare e programmare un nuovo cammino spirituale, riconciliati con Dio e i fratelli. Purtroppo non c'è ancora un'educazione etica sulla Scrittura. Solo la Parola, infatti, ci fa capire i nostri sbagli e ci aiuta a convertirci. 

Accanto a chi si confessa “per abitudine”, non manca chi desidera una spiritualità umile e seria, itinerari tratti dalla Parola di Dio e della Chiesa. Commuovono le confessioni dei figli prodighi che tornano al Padre, dopo aver sperperato il patrimonio (umano e spirituale) in modo dissoluto. E condivido la loro gioia vedendo ciò che la grazia ha operato in loro. Se c'è gioia in cielo, è autorizzata anche la nostra, in terra!